Recuperati reperti archeologici rubati dalle Catacombe di San Callisto di Roma
Le sculture trafugate erano state murate alle pareti di una villa di Norcia
Recuperati reperti archeologici rubati nel 2003 dalle Catacombe di San Callisto di Roma, per un valore di oltre 200mila euro. Le sculture trafugate erano state murate alle pareti di una villa di Norcia. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, a seguito di una segnalazione della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, nel dicembre scorso, hanno avviato un’indagine che ha consentito di recuperare undici frammenti di rilievi architettonici di epoca romana che erano stati cementati a scopo ornamentale nelle pareti interne ed esterne di un’abitazione privata nel comune di Norcia (Perugia).
Una prima analisi dei reperti, eseguita dai funzionari della Soprintendenza di Perugia, ha consentito sin da subito di ritenerli di particolare interesse storico e artistico essendo provenienti da strutture archeologiche di tipo monumentale del II -III secolo d.C., tanto da avviare le procedure di dichiarazione d’interesse culturale delle stesse.
I successivi accertamenti eseguiti dai carabinieri attraverso la consultazione della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti (database nel quale sono inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare in Italia e all’estero), hanno consentito di accertare che tutti i reperti archeologici individuati a Norcia, erano il provento di un furto consumato il 1 maggio 2003 all’interno dalle Catacombe di San Callisto di Roma, parti di un sarcofago frammentario con scene di caccia di eccezionale pregio, inseriti come beni da ricercare anche sul “Bollettino delle Ricerche” n. 25, pubblicazione dove vengono inserite le più importanti opere d’arte rubate.
Le Catacombe di San Callisto, sorte verso fine del II secolo, dove trovarono sepoltura più di cinquanta martiri e sedici pontefici, fanno parte di un importante complesso cimiteriale che occupa quindici ettari e raggiungono una lunghezza di quasi venti chilometri. Il sarcofago risalente al III secolo d.C., è collocato in prossimità di quella che è ritenuta la basilica di Papa Damaso, tratto di galleria non accessibile al pubblico sita in prossimità di via Appia Antica.
A confermare ai militari della provenienza dei frammenti recuperati, sono stati i funzionari della Pontificia Commissione di Archeologia di Roma, competente sulla base dei Patti Lateranensi per la custodia e la tutela delle catacombe cristiane, che nel 2003 denunciarono il furto ai carabinieri della Stazione di Roma San Sebastiano che all’epoca diramarono le ricerche dei rilievi architettonici rubati.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, avuta certezza della provenienza dei frammenti, ha autorizzato la Pontificia Commissione ad eseguire la rimozione degli undici reperti che alla fine dicembre, alla presenza dei carabinieri del nucleo di Firenze, della tenenza di Norcia e dei funzionari della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria hanno smurato le sculture dalle pareti della villa di Norcia per consentirne il successivo sequestro.
La proprietaria dell’immobile, una donna romana sessantenne, è stata indagata per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e per violazioni in materia di ricerche archeologiche. I reperti, dissequestrati dall’autorità giudiziaria, sono stati riconsegnati ai funzionari della Pontificia Commissione Archeologica in occasione di una conferenza stampa a Perugia presso la sala conferenze del Comando Legione Carabinieri Umbria.